Dal 13 al 29 Gennaio 2023
Venerdì e Sabato ore 21.00 – Domenica ore 17.30
IL VANTONE
da T. M. Plauto
Traduzione del Miles Gloriosus di Pier Paolo Pasolini
Regia Nicasio Anzelmo
Con Domenico Pantano e Nicolò Giacalone
Giovanni Di Lonardo, Paolo Ricchi, Fatima Romina Ali, Giacomo Mattia, Anna Lisa Amodio, Claudia Salvatore
Musiche Giovanni Zappalorto
Scene e Costumi Angela Gallaro Goracci – Coreografie Barbara Cacciato
In occasione del 100° anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini, dopo il debutto estivo nei Teatri antichi, approda al Teatro Arcobaleno la briosa messinscena della celebre rielaborazione del Miles Gloriosus di T. Maccio Plauto, scritta in versi da uno dei maggiori poeti e scrittori del ‘900. L’importanza della traduzione del Miles gloriosus di Plauto, con il titolo Il Vantone, è da ricercare nel fatto che essa non solo è l’ultima fatica elaborata da Pasolini in romanesco, ma è un’operazione che si situa tra il 1961 per la scrittura e il 1963 per la rappresentazione, quasi come essenza della sua costante riflessione linguistica e del suo generoso impegno plurilinguistico nel dopoguerra, di fronte all’incombere di un italiano tecnologico ormai contraddistinto dal prevalere del fine comunicativo su quello espressivo. Nel riadattamento pasoliniano della commedia plautina, assume quindi un ruolo fondamentale l’utilizzo del dialetto romanesco, al fine di ricreare quell’atmosfera e spontaneità popolari tanto care a Plauto. Pasolini dipinge uno stralcio di società degli anni ‘60, radicata in una periferia degradata e ai margini dei fasti della città di Roma. Una rielaborazione quasi “politica” nel disegnare una umanità “di confine” in ogni senso.
In questo allestimento il regista ha cercato di indagare ancora più approfonditamente quell’umanità colorata e variegata tanto cara sia a Plauto che a Pasolini, senza abbandonare la natura farsesca e ridanciana che si sviluppa attorno ai due protagonisti della commedia, Pirgopolinice e Palestrione (padrone e servo), anche se mutata in una pungente commedia sociale. I pilastri plautini sono ben radicati nella tessitura drammaturgica di Pasolini, in cui gli intrighi amorosi e le beffe dei servi fanno da perno a tutta l’azione disegnando una Umanità bislacca, in cui ogni personaggio agisce per il suo solo tornaconto.
Aristofane fu uno dei maggiori autori della commedia attica antica. Di lui si hanno scarse notizie: nacque tra il 450 e il 445 a.c. e morì intorno al 380 a.c. Gli inizi della sua carriera avvengono qualche anno dopo lo scoppio della grande guerra del Peloponneso, l'interminabile conflitto fra Sparta e Atene. Così, la sua attività è contrassegnata da un costante appello alla pace e inoltre da un viscerale amore per la natura e per la vita semplice dei campi, vagheggiate attraverso immagini poetiche di eccezionale bellezza. Alle suggestive atmosfere liriche, affidate per lo più ai cori, Aristofane alterna momenti di travolgente comicità, un vero e proprio campionario: dalle semplici canzonature e le grottesche caratterizzazioni, alla satira feroce, ai lazzi scurrili, al coinvolgimento diretto del pubblico. Un gioco in cui, alla dirompente fantasia creativa, espressione di gioia e di vitalità, s