Dal 28 APRILE al 7 MAGGIO 2023

Venerdì e Sabato ore 21.00 – Domenica ore 17.30

ÈPOS

ILIADE, ODISSEA, ENEIDE

di Omero e Virgilio

Diretto ed interpretato da Vincenzo Zingaro

Con Annalisa Amodio, Sina Sebastiani, Piero Sarpa

Giovanni Zappalorto (tastiere); Debora Guerrini (tastiere); Francesca Salandri (flauti); Rodolfo Demontis (percussioni)

Musiche Giovanni Zappalorto   Disegno Luci Giovanna Venzi

Dopo lo straordinario successo ottenuto nelle precedenti edizioni (memorabile quella realizzata nel 2010 presso i FORI IMPERIALI), Vincenzo Zingaro riporta in scena un suo cavallo di battaglia, conducendo il pubblico in un viaggio nell’appassionante mondo dell’EPICA, la più antica e affascinante forma di narrazione della storia dell’uomo. L’Europa, nel cercare le proprie radici culturali, non può esimersi dal riconoscere il patrimonio tramandato dall’eredità classica. I poemi epici rappresentano dei capisaldi a cui attingere valori assoluti, sia per forma che per contenuti. Lo spettatore sarà condotto in un cammino attraverso le gesta immaginarie di celebri eroi che hanno animato da sempre la fantasia di tutti: Ettore, Achille, Ulisse, Enea, uomini in bilico fra ideale e reale, fra sentimento e ragione, fra bene e male, che incarnano aspetti universali delle nostre esistenze, passioni e tormenti che ognuno di noi non può che riconoscere come propri. Uno spettacolo concerto, in cui la parola e la musica si fondono senza soluzione di continuità, dando vita a un grande viaggio dell’anima.

Tre episodi salienti, tratti dai tre poemi fondanti della cultura occidentale. Il primo, tratto dall’ILIADE, ci fa rivivere il cruento scontro tra Ettore ed Achille, davanti alle mura di Troia, sotto gli occhi straziati del vecchio Priamo. Ettore, ingannato dalla dea Atena, soccombe crudelmente alla furia di Achille, lasciandoci uno dei più commoventi esempi di dignità e di coraggio mai conosciuti.

Il secondo episodio, tratto dall’ODISSEA, affronta il tema del viaggio, dei suoi significati simbolici e dell’umana sfida all’ignoto: Ulisse, peregrino, sulle vie del mare, di ritorno ad Itaca dopo la distruzione di Troia, si trova a dover superare ostacoli terrificanti come l’isola delle sirene e le terribili Scilla e Cariddi, dai quali troverà salvezza grazie alla sua abilità e agli avvertimenti della maga Circe, sacrificando tuttavia la vita di molti compagni. Il terzo episodio, tratto dall’ENEIDE, racconta la straordinaria discesa nell’Ade di Enea, l’eroe troiano che esule dalle sponde di Troia, incendiata dai Greci, giunge in Italia, per dare vita alla gens Iulia e alla civiltà romana. Egli incarna la pìetas, il sentimento di devozione agli dei e alla famiglia, e sarà proprio questa virtù a permettergli di a­ffrontare un viaggio unico, speciale, commovente, mai permesso ad alcun essere mortale: la discesa nell’Ade, per incontrare il defunto padre Anchise, il quale svelerà al figlio ciò che il futuro e il destino hanno preservato per lui. I tre episodi sono legati fra loro da un filo rosso che unisce i tre eroi protagonisti: la vita e la morte sono appannaggio del Fato e della volontà divina, ma l’uomo può incidere sugli eventi e riscattarsi attraverso l’aretè, ovvero la virtù. 

L’evento è inserito nelle celebrazioni nazionali dedicate alla poetessa Giovanna Bemporad (grande traduttrice dell’ODISSEA e dell’ENEIDE), per il centenario della sua nascita, inaugurate a Roma, il 23 aprile presso la GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA, con le letture di alcuni passi dell’ODISSEA nella traduzione della celebre poetessa, letti da Vincenzo Zingaro, in un simbolico passaggio di testimone. Dichiara l’organizzatore delle celebrazioni, Pierpaolo Pascali: “L’Odissea e l’Eneide: da Giovanna Bemporad a Vincenzo Zingaro. Come la Bemporad, con la sua celebre traduzione in versi dell’Odissea e dell’Eneide (a cui dedicò gran parte della sua vita), è riuscita a rendere contemporanei Omero e Virgilio, così Vincenzo Zingaro (premiato recentemente dalla Camera dei Deputati come eccellenza nazionale, per il suo significativo impegno nel Teatro classico), ha conservato la memoria dei Classici, donandogli nuova vita. Entrambi, la Bemporad nelle Lettere e Zingaro nel Teatro, hanno sentito il bisogno di riallacciarsi alla grande tradizione del passato, con un atto di coraggio in un’epoca in cui conta solo il presente e si inseguono le mode”.